In un mondo in cui durante una pandemia sono tutti epidemiologi, quando si parla di cellulite sono improvvisamente tutti medici e preparatori atletici.
E siccome sotto l’ombrellone il gioco più praticato é lo svelare rimedi assicurati per combattere questa piaga, oggi vorrei fare un po’ di chiarezza in quello che è il mio campo.
Partiamo con il capire cos’è veramente questa condizione (abbiate pazienza, ma non posso non dare un valore simil-scientifico a questo articolo, sennò sono sempre e solo la solita cazzara).
In quanto donne tendiamo ad accumulare grasso nella parte inferiore del corpo (leggi: cosce, glutei, fianchi, addome). Questi depositi, che Madre Natura ci ha dato per garantire le necessità fisiologiche della donna (ad esempio per creare un distretto corporeo più protettivo per il feto), sono dei veri e propri magazzini che il sistema linfatico (una specie di rete autostradale per il trasporto merci: in questo caso, trigliceridi) ha il compito di trasportare, appunto, a tutto il corpo.
Capita che per vari motivi (alterazioni ormonali, vita sedentaria, stress, abuso di fumo e alcol, genetica…) questi depositi si rompano o si alterino, riversando il loro contenuto nello spazio circostante, intasando la microcircolazione. Così facendo si crea una sorta di micro-infiammazione nel tessuto circostante, che porta all’inspessimento delle fibre collagene del tessuto connettivo. Si genera una situazione chiamata fibrosi: si formano dei noduli con le fibre collagene che inglobano gli adipociti degenerati, e sulla cute diventa visibile la classica buccia d’arancia.
Ora dovrebbe essere più chiaro, quindi, che la cellulite è solo in secondo luogo un problema estetico, prima di tutto è il sintomo che la nostra circolazione non funziona come dovrebbe. Cerchiamo quindi di risalire alla causa di questo malfunzionamento per cercare di migliorare la funzione circolatoria che di conseguenza si manifesterà in una migliore condizione dei nostri buchetti sul sedere (poi ragazze, parliamoci chiaro, essendo una caratteristica femminile impariamo pure a conviverci serenamente che siamo un esercito a soffrirne!).
Insomma, cosa dobbiamo fare per combattere la temutissima (poi perché che c’è l’abbiamo tutte?) cellulite? Una cosa è certa: dobbiamo agire su più fronti e quindi curare l’alimentazione, eliminare o ridurre drasticamente tutte quelle abitudini che rallentano la circolazione (fumo, alcolici, tacchi alti, jeans stretti, posture scorrette, sedentarietà).
Ma qui concentriamoci sull’allenamento, cosa fare? Abbiamo detto che la cellulite è un ristagno di liquidi che porta via ossigeno ai tessuti, quindi la soluzione è drenare e ossigenare i tessuti. Come? Con una attività aerobica a bassa intensità! Qui ci sarebbe da scrivere tutto un articolo sui sistemi energetici che utilizza il corpo per compiere uno sforzo perché ancora viene confusa l’attività aerobica con un’attività al cardiopalma, ma poi diventerebbe un trattato di fisiologia e voi vi annoiereste e abbandonereste la lettura…
Quindi, semplificando, intendo per attività aerobica un’attività a ritmo costante con una frequenza cardiaca poco più alta di quella che avete la mattina a colazione; la camminata è un’attività aerobica perfetta! Bastano 40 minuti al giorno per ottenere i primi benefici. Il passo deve essere sostenuto, ma deve permettervi di parlare con un ipotetico compagno di camminata (se camminate da sole fate il test lontano da occhi indiscreti sennò vi prendono per pazze!). La corsa è un’attività che con la cellulite non va sempre d’accordo: l’impatto col suolo, oltre a creare problemi alle articolazioni della gamba, se non si viene seguite inizialmente da un professionista che valuti il vostro appoggio, genera microlesioni ai vasi che rischiano di peggiorare la situazione. L’approccio a questo meraviglioso sport deve essere graduale e se possibile seguito da un esperto. La camminata, invece, aiuta la circolazione sulle gambe e mantiene il battito cardiaco a un livello ideale per ottimizzare la vascolarizzazione.
Se eravate figure mitologiche, metà donne e metà divano, e ora vi siete iscritte a un corso di CrossFit probabilmente avrete notato che, seppure i vostri muscoli si siano tonificati (forse pagando anche il prezzo di un po’ di lombalgia), la cellulite é ancora lì! Il motivo è che l’attività che state facendo, essendo ad alta intensità, produce acido lattico, che è un grande amico della cellulite se il corpo non é preparato a smaltirlo velocemente. Nelle persone sedentarie dotate di scarsa muscolatura, che si improvvisano grandi atleti cimentandosi in sport di elevata intensità come appunto il CrossFit, questa condizione puó peggiorare in quanto si producono elevate sostanza di scarto che il corpo non é preparato, né abituato a smaltire. Naturalmente non parlo di atlete, ma di donne “normali”. Nei programmi di allenamento che preparo per le mie clienti spesso utilizzo un sistema che si chiama PHS (Peripherial Heart System). È un sistema allenante a circuito che prevede l’alternanza di esercizi per distretti muscolari lontani tra di loro; questo provoca un maggior dispendio energetico e una maggiore mobilizzazione dei grassi incrementando la massa muscolare (utilizzo quasi sempre dei sovraccarichi).
Insomma, cosa vorrei capiste da questo articolo?
-che le costosissime cremine alla caffeina o impacchi alle alghe a parte arricchire chi vende la crema o i pacchetti anti cellulite, altro non fanno se non alleggerire il vostro portafoglio (in effetti il massaggio prolungato e costante per far assorbire la costosissima crema aiuta la circolazione, ma lo stesso effetto si ottiene con una qualsiasi crema che non riporti la scritta anti cellulite);
-che 15 minuti distese con le gambe sollevate sono un rimedio più efficace delle creme e a costo zero;
-che la sedentarietà rallenta la circolazione e una circolazione lenta provoca ristagni che sono alla base della formazione della cellulite, quindi muovete il culo!
-che se non vi siete mai mosse dal divano non é il caso di iniziare un programma per affrontare la maratona di New York tra due mesi; meglio iniziare per gradi e seguite da un professionista;
-che l’alimentazione (e l’idratazione corretta) é fondamentale;
-che i jeans stretti e il tacco 12 fanno subito figa, ma non risolvono il problema una volta che vi sarete spogliate dell’impalcatura;
Da buona insegnante di Pilates aggiungerei l’importanza del respiro, ma qui potrei ripartire con un trattato sulla funzione diaframmatica e affittiamo domani!
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