È stato a New York che ho conosciuto il Pilates tanti anni fa, quando in Italia era una pratica usata da pochissimi e insegnata da un pugno di persone. Qui a New York c’erano già studi a ogni angolo, essendo la cittá la culla del Pilates stesso.
Mi piace tornare spesso qui perché, ci piaccia o no, le tendenze partono spesso da qui. E qui è ormai evidente quello che io prevedevo già da qualche anno: la nascita di un’appendice ibrida del Pilates: il Reformalates.
La definizione è di mia invenzione, ma già so che qualcuno le strizzerà un occhio e la farà propria. L’ altra mattina ho prenotato una lezione di Reformer in uno studio super cool che seguo sui social da un po’. Sono arrivata con un minuto di ritardo, non sto scherzando, un minuto di orologio! Mi avevano già sostituito con una persona in lista di attesa, perché le policies avvertivano di presentarsi quindici minuti prima dell’inizio della lezione per assicurarsi la lezione stessa.
Quindi tecnicamente ero in ritardo di sedici minuti. Avevo già pagato profumatamente la mia lezione, già dall’ Italia, con addebito immediato sulla carta di 52 dollari. Una classe da venti persone, 52 dollari, già. Per fortuna l’ora successiva aveva un Reformer libero che mi è stato gentilmente offerto. Ho atteso mansueta il mio turno, osservando come l’età media degli avventori fosse molto bassa confronto alle allieve di Pilates nostrane.
Nugoli di ventenni si riversavano nello studio con fare disinvolto, con assoluta predominanza del genere femminile. Finalmente arriva il mio turno, prendo posto su un Reformer, controllo le molle e i cavi, tiro giù il poggiatesta, mi siedo. Alcune mie vicine, troppo vicine, sono già coi cavi ai piedi a fare cose che non saprei definire bene. Allo scoccare dell’ora, non un minuto prima, non un minuto dopo, entra un’altra ventenne, molto carina e dal tipico incedere da ballerina, glutei stretti, punte in abduzione, sulle quali gravava la maggiore pressione ortostatica, maledetto il mio vizio di fare anamnesi posturologiche! Accende il suo microfonino da collo, tira su la levetta delle casse ed è subito Studio 54! La musica è fortissima, ma il suo microfono è più potente, “inhale, exhale” e si parte. Put you hands up in the air!
Il Reformalates
Il Reformalates (credo che depositerò il marchio del nome perché mi piace) è una disciplina commerciale di sicuro successo, si pratica in sale abbastanza grandi da ospitare venti, trenta Reformer; gli esercizi assomigliano molto a quelli del Pilates originale, ma mancano dei principi del metodo, non c’è né tempo, né interesse a farli interiorizzare. Il Reformalates non ha livelli per accedere alle classi e l’insegnante non chiederà all’allievo quali sono le sue condizioni di salute; farlo per venti/trenta persone per volta sarebbe impossibile.
Per queste caratteristiche diventerà una disciplina “giovane”, dove sarà difficile trovare persone attempate come me o peggio, attempate come me e con patologie della colonna come me! Sarà invece più facile che, finalmente, anche i giovani patolo-esenti si avvicinino al Pilates (o a questa disciplina che gli assomiglia). A fronte di questa Epifania sarà naturale un maggiore sviluppo di quello che già (of course) esiste negli States e si chiama Clinical Pilates.
Gli studi che resteranno fedeli al Pilates più classico continueranno ad offrire classi con non più di quattro o sei persone, assegnando loro il livello più adeguato alla loro condizione fisica e conoscenza del metodo. Gli avventori qui saranno dei veri e propri amanti del Pilates, persone che hanno avuto modo di sperimentare il metodo al punto tale da diventare dei fanatici. Si siederanno sulle macchine nel modo corretto, con la giusta devozione. Conoscono la sequenza degli esercizi prima ancora che la indichi l’insegnante.
Hanno il LORO Reformer, in realtà non ne hanno la proprietà legale, ma un insano, viscerale senso del possesso per quella precisa macchina dove trascorreranno almeno un paio di giorni a settimana per una decina di mesi all’anno. Che quando, malauguratamente, arriva in classe una sostituzione dell’ultimo minuto e gli occupa il SUO Reformer, cala il silenzio!
Le compagne si guardano negli occhi terrorizzate, mentre la sedicente proprietaria sputa fuoco dalle orecchie. Ecco, quello che ho visto in questi giorni a New York, ma che già va delineandosi anche nel Belpaese, è questo macro-bivio.
Io con il cuore resterò affezionata al vero studio Pilates, quello che prevede l’allenamento sul Reformer, sulla Chair, sulla Cadillac, sullo Spine Corrector, il Ped o Pull e la Guillotine; ma sono entusiasta che il Reformalates prenda piede. Sono pur sempre socia di un’azienda che produce Reformer!